Fiori senza destino
Francesca Maccani
SEM, pubblicato nel 21 marzo 2019
138 Pagine
Ambientato nella periferia di Palermo, Fiori senza destino ci catapulta all'interno di una realtà in cui la malavita regna sovrana, attraverso i racconti di dieci ragazzi. Dieci studenti pieni di sogni nel cassetto che sembrano irraggiungibili per via delle influenze della società in cui vivono.
Una generazione, la loro, per cui la scuola non serve a niente. Nessuno crede in questa istituzione, e quasi tutti la vivono come un peso, come una perdita di tempo rispetto alle cose importanti.
"A scuola faccio casino perché mi secca studiare, io non capisco quasi niente di quello che spiegano, matematica non parliamone. Perdo tempo per niente a leggere cose che non mi servono per lavorare".
Queste sono le parole di Sharon, una ragazza che nella vita punta a fare l'estetista e ad avere l'età giusta per fare un provino a uomini e donne, perché la popolarità garantisce il successo.
Sara, una mosca bianca in uno sciame che vola scomposto e senza meta, è un'insegnante trasferita al sud, piena di buoni propositi e dell'animo buono. Un'insegnante che vuole battersi per i valori in cui crede e per la fiducia che ripone nei suoi studenti. Ma la realtà che si trova davanti è anche peggio di quanto si aspettasse.
La realtà descritta minuziosamente all'interno del libro è tutt'oggi presente. Ed è una verità che spaventa, una verità che fa paura. I protagonisti sono ragazzi comuni, con poca stima per loro stessi e poca convinzione nei confronti delle loro potenzialità.
L'autrice differenzia perfettamente le voci dei protagonisti, diversificandone i pensieri e la modalità di esprimersi attraverso uno stile di scrittura differenziato. È difficile immedesimarsi in loro se non si ha passato lo stesso vissuto, ma il messaggio è così potente da entrare nelle ossa.
"Qui non ce n'è di posto per l'educazione. Qua fuori belli non ne spuntano. Qua i fiori vengono su nella polvere."
Fiori Senza destino è un titolo potente e chiaro nel suo significato, è una denuncia, una protesta, per far sì che questi fiori - i ragazzi - non si spengano, ma anzi fioriscano ogni giorno di più.
Un problema, quello dei giovani della periferia di Palermo, che nasce a monte, ancor prima di venire alla luce. Gli esempi che hanno infatti sono eticamente discutibili: genitori in carcere, che fanno lavori illegali, che non hanno il tempo, le forze o gli strumenti per essere una guida per i propri figli.
Il paradosso è che non c'è spazio per chi ha voglia di fare, di imparare, di migliorare, perché è un pesce fuori dal coro, che inevitabilmente viene emarginato.
Le storie raccontate sono in grado di suscitare un fiume di sentimenti diversi a chi legge, ci si commuove, si prova empatia, e ci si arrabbia anche. Questi ragazzi si possono capire o non capire, ma una cosa è certa, se l'intento dell'autrice era quello di smuovere e suscitare riflessioni nel lettore, ci è riuscita appieno.